28/05/12

Alan Wake: American Nightmare

Continua la scorpacciata di Alan Wake per i possessori PC, a pochi mesi di distanza dalla versione Xbox 360, giunge anche su PC il dlc stand alone American Nightmare.
Si tratta di uno spin-off di Alan Wake che comunque porta ancora un po avanti le vicende di Alan, infatti come nei precedenti dlc,  ci troveremo, senza fare troppi spoiler, sempre intrappolati nello stesso posto, ma questa volta Alan deve vedersela con la sua Metà Oscura(ennesima citazione a Stephen King) quel Mr. Graffio che é rimasto sempre una delle figure più misteriose del gioco, e che qui cercherà di intrappolare per sempre Alan nel "limbo" in cui si trova ormai da due anni, per prenderne il posto nel mondo reale, l'intera vicenda é ambientata all'interno di un episodio della serie Night Springs, ovvero quello scritto dallo stesso Alan e al quale Barry, l'agente di Alan, faceva riferimento nel gioco originale.
Cambia ambientazione, cambiano i vestiti, cambiano le armi,
ma la torcia continua a restare fedele ad Alan Wake.
La vicenda e la situazione di Alan dunque rimangono le stesse, ma atmosfera e ambientazione di gioco subiscono un netto cambiamento, se il primo Alan Wake e i due dlc erano stati definiti dallo stesso Same Lake, game designer del gioco, come Psychological Horror Thriller, dalla chiara ispirazione a Stephen King e serie TV come Lost, questo dlc é invece un Action B-movie di ispirazione Tarantiniana, i boschi e la cittadina di Bright Falls sono stati rimpiazzati dalla desertica Arizona, con ambientazioni che rispecchiano fedelmente gli stereotipi dei Grindhouse, come il Motel o il Drive in, in generale tutta l'atmosfera di gioco é molto più action, con pochi momenti di narrazione e riflessione ma tante sparatorie ed esplosioni in più, il tutto può piacere o non piacere, ma innegabile è la bravura dei Remedy nel ricreare atmosfere e ambientazioni davvero fantastice, seppur non originali e palesemente ispirate ad altri media.Il gioco è composto essenzialmente da tre ambientazioni, tutte abbastanza grandi e totalmente esplorabili, anche se alla fine, come nei precedenti episodi, dovremo affrontare sempre in modo lineare l'avventura, procedendo per tappe, in queste nove ambientazioni free-roaming però risiede anche uno dei difetti più grandi del gioco, ovvero un eccessivo backtracking, infatti avendo solo queste tre ambientazioni saremo costretti a visitare stessi identici posti più volte nel corso del gioco, inoltre per via di una scelta di sceneggiatura, per certi versi apprezzabile ma deprecabile sotto questo punto di vista, dovremo ripetere più volte stesse sessioni di gioco, il ché rende il gioco un po frustante e noioso, sebbene la qualità degli scontri e l'incedere della trama riescono a renderlo comunque godibile.
Uno dei nuovi mostri del gioco

Essendo il gioco incentrato sull'azione, sono stati rivisti sia i nemici che le armi, adesso dovremo vedercela con una maggiore varietà di avversari, oltre ai vecchi posseduti dei precedenti capitoli ci saranno grossi mutanti armati di moto sega, altri nemici molto possenti non protetti dall'oscurità ma che si moltiplicano una volta illuminati dal fascio di luce, gruppi di ragni, e i soliti stormi di uccelli, che però sta volta possono anche unirsi prendendo la forma di un uomo/corvo agile e pericoloso, ovviamente nuovi nemici richiedono nuove armi, ecco allora che avremo a disposizione pistola sparachiodi, uzi, balestra meccanica e fucile d'assalto, oltre alle vecchie armi della serie, queste novità garantisce maggiore divertimento e varietà di situazioni, sebbene il sistema di combattimento sia rimasto pressoché invariato, da segnalare però una difficoltà davvero troppo bassa, sono solo due i livelli di difficoltà selezionabili, e anche a modalità incubo il gioco si porta al termine senza offrire una buona sfida, ciò a causa delle tanti armi devastanti a disposizione, ma sopratutto dell'eccessiva quantità di rifornimenti e munizioni a nostra disposizione che sarebbero potute essere bilanciate meglio.
Come sempre troveremo in giro dei televisori, che questa
volta ci mostreranno la nostra metà oscura Mr Scratch,
interpretato dall'attore in carne ed ossa già visto nel primo
Dal punto di vista grafico i miglioramenti sono marginali, il motore grafico é sempre lo stesso, ma il cambio di ambientazione riesce a dare comunque un senso di novità, dopo l'ottimo lavoro svolto coi boschi anche qui i vari livelli sono stati realizzati con grande cura e accortezza, pieni di piccoli dettagli e con le solite ottime luci che riverberano nella notte, ottimo anche il comparto sonoro, con musiche ancora una volta di gran livello e attinenti alla nuova atmosfera Grindhouse, ottimo anche il doppiaggio inglese, manca sta volta il doppiaggio in italiano, si ci deve accontentare dei sottotitoli.In generale questo American Nightmare é un buon gioco, considerando anche il prezzo e la portata del progetto, riesce ad offrire le sue 5 orette di divertimento, seppur con qualche compromesso dovuto sopratutto all'eccessivo backtracking, da amante della serie l'ho apprezzato come spin-off, nonostante preferisca l'ambientazione e l'atmosfera da Thriller/Psicologico  del primo episodio e spero che il tanto atteso Alan Wake 2 torni alle origini, in definitiva si tratta comunque di un acquisto obbligatorio per chi ha giocato le precedenti "incarnazioni" di Alan Wake.


VOTO: 8.2

30/04/12

Binary Domain

Gears of War che incontra il Giappone, questo è Binary Domain, Thrid Person Shooter di Sega già uscito su console e che ora giunge anche su PC, solito clone piatto di Gears o no?
Ci sono un inglese, un francese, un americano e una cinese...
no, non è una barzelletta
Corre l'anno 2080, il mondo non è più quello che conosciamo, grandi cambiamenti climatici e tremendi alluvioni hanno sommerso le maggiori città del mondo, decimando la popolazione, ad un certo punto i sopravvissuti hanno dovuto ricostruire tutto, nuove città sono state erette sopra le macerie di quelle sommerse, a costruirle però non è stato l'uomo, ma i robot, l'uomo infatti è riuscito a creare robot forti e intelligenti che nella nuova società svolgono praticamente tutti i mestieri, dai commessi ai poliziotti, il confine tra uomo e macchina si assottiglia sempre più, le intelligenze artificiali sono avanzatissime, ecco perché nel 2040 fu stipulato un nuovo trattato di Ginevra che vieta la costruzione di Robot dalle sembianze umane, che possano confondersi con la popolazione, chiamati figli del nulla. Oggi però quel trattato è stato violato, in giro vi sono tanti robot dall'aspetto totalmente umano, programmati per credere di essere realmente umani, responsabile di ciò pare essere la Amada Corporation, ecco allora che Dan Marshall, protagonista, assieme ad altri 5 membri della Rust Crew, verranno chiamati in causa per far luce sulla vicenda e catturare il dottor Amada in Giappone. La storia del gioco non è nulla di originale nella sostanza, ma è scritta bene, e interessante è la tematica della differenza tra uomo e macchina, nel momento in cui l'IA della seconda raggiunge la complessità del cervello del primo, tematica ben sviluppata ma senza essere seri a tutti i costi, anzi, molti sono i momenti di ironia nel gioco.
Il sistema di copertura alla Gears of War

Binary Domain si presenta come un classico TPS alla GOW, controlleremo il nostro soldato super palestrato e dovremo farci strada tra i nemici di copertura in copertura, ovviamente qui non affronteremo mostri, bensì robot, c'è ne saranno di ogni genere, dai normali soldati ai robot più grandi incursori sino ai "boss", robot giganteschi che dovremo abbattere in determinati modi, potremo usare tre armi da fuoco diverse oltre a esplosivi di vario genere, queste potranno essere potenziate negli appositi negozi che troveremo in giro per il gioco, dove troveremo anche potenziamenti per la nostra squadra, esatto Squadra, perché qui a differenza di GOW avremo una vera squadra, composta da compagni che dovranno collaborare e avere fiducia l'uno dell'altro per portare a termine la missione. 
Dovremo vedercela con boss giganteschi, in scontri pirotecnici 

A parte noi ci saranno altri 5 soldati con varie abilità e armi peculiari, prima di ogni capitolo potremo sceglierne due da portare con noi, gli altri proseguiranno da soli, la particolarità del gioco è il sistema di fiducia creato dagli sviluppatori, infatti alla nostra squadra potremo impartire ordini  tattici, ma non solo, durante le missioni ci saranno occasioni in cui dovremo dialogare con i nostri compagni, si parlerà della situazione del mondo, di come sta andando la missione, dei rapporti coi nostri compagni ecc,  in base alla nostra risposta la loro fiducia e le loro intenzioni nei nostri confronti miglioreranno o peggioreranno, in caso negativo i compagni non ci ascolteranno più, ignoreranno i nostri ordini e saranno meno efficienti sul campo, dovremo cosi riconquistarci la loro fiducia, questo sistema non è determinato solo dai dialoghi, ma da tutto ciò che facciamo in battaglia, se spariamo involontariamente ad un nostro compagno, non siamo abbastanza bravi a far fuori i nemici oppure non facciamo gioco di squadra la fiducia calerà e viceversa. Il bello è che potremmo fare tutte queste cose non solo con i tasti del pad, ma anche a voce,  utilizzando il microfono potremo parlare ai nostri compagni e sentire le loro risposte, proprio come se stessimo parlando con delle intelligenze artificiali avanzate, cosa che si riallaccia al tema portante del gioco, questo sistema è fantastico ed originale, ma ovviamente non privo di difetti di gioventù e limitazioni, che magari potrebbero essere risolti nel seguito, in generale il gameplay risulta molto divertente e frenetico, davvero nulla da invidiare al cugino Yankee Gears of War, se non fosse per un level design un po troppo piatto e lineare, con livelli che si sviluppano spesso sullo stesso piano.
Ecco un figlio del nulla, neppure lui sapeva di essere un robot
Graficamente il gioco è ottimo, non siamo ai livelli di Gears, ma il gioco è godibilissimo, ottima la realizzazione dei protagonisti, ma anche dei robot nemici, che si sgretolano sotto la pioggia dei nostri proiettili, perdendo pezzi e distruggendosi davvero realisticamente, buona la realizzazione degli ambienti di gioco, nella norma anche gli effetti audio e il doppiaggio in italiano. 
Binary Domain è un gioco a mio avviso ottimo, assolutamente da avere per gli amanti degli action, il gioco ha dei valori produttivi di tutto rispetto, basa il suo gameplay su meccaniche consolidate da altri giochi, riuscendo comunque ad offrire ottimi spunti di originalità, sarebbe un peccato non vederne un seguito, ma purtroppo potrebbe essere cosi, il gioco è stato pubblicizzato male da Sega passando in sordina nel grande pubblico e riscuotendo pochissime vendite, speriamo che alla lunga il lavoro degli sviluppatori venga ripagato.

VOTO: 8.6

17/04/12

Captain Morgane and the Golden Turtle

Captain Morgane nasce come Spin-Off di So Blonde, avventura grafica con ambientazione pirata, pubblicata nel 2010 da Wizarbox, sulla quale ha lavorato nientedimeno che Steve Ince, uno dei creatori del leggendario Broken Sword, anche in questo Spin-Off c'è il suo zampino, per cui con grandi aspettative mi tuffo in questa nuova avventura piratesca.
La casa dove Morgane ha vissuto da bambina con la madre
Morgane Castillo, protagonista del gioco, dopo la perdita prematura della madre, si imbarca sulla nave pirata capitanata dal padre, nel giorno del suo diciassettesimo compleanno Morgan viene promossa dal padre ufficiale in seconda, le solite raccomandazioni, da qui le vengono assegnati dei compiti più importanti, quali reclutare nuovi membri per l'equipaggio e sopratutto trovare la leggendaria tartaruga d'oro, tesoro ambito anche da altri loschi pirati. Parte qui dunque l'avventura vera e propria di Morgane, che si svilupperà in 5 isole diverse, con dozzine di personaggi caricaturali in stile Pirati dei Caraibi, tanti discreti enigmi e minigiochi discutibili.
Morgane e i suoi amici e nemici di sempre
Il gioco si presenta come un'avventura punta e clicca classica, ci muoveremo in vari scenari disegnati a mano, risolvendo enigmi talvolta originali ma mai troppo difficili, avremo a disposizione il classico inventario, dove terremo gli oggetti raccolti, che potranno essere anche combinati tra loro e usati trascinandoli nei punti di interesse, ci sarà anche la possibilità di farsi aiutare dai propri cadetti/amici per risolvere qualche situazione, quest'ultimi saranno richiamabili dall'inventario quando si necessita del loro aiuto. Una nota certamente negativa del gameplay sono i minigiochi, già presenti in So Blonde, che vanno giocati con la tastiera e anche qui risultano slegati dal gioco e noiosi, se ne poteva fare a meno, ma per fortuna non sono troppi durante l'arco del gioco. Anche i dialoghi sono piuttosto classici, potremo scegliere gli argomenti da trattare, e talvolta dovremo scegliere tra più risposte, anche se una non preclude mai l'altra, i personaggi con i quali avremo a che fare saranno spesso stereotipati e ironici, andando a ricordare lo humor piratesco del già citato film di Jack Sparrow e di Monkey Island.
Morgane cresciuta e al comando della nave
Anche l'occhio vuole la sua parte, dalle parti di Wizarbox lo sanno, infatti il gioco si presenta benissimo, con una grafica 2.5D, gli scenari infatti sono in 2D, disegnati magistralmente e  riempiti con colori sgargianti e accesi, i personaggi invece sono modellati in 3D, questa scelta a dirla tutta mi ha lasciato un po perplesso, sarà che sono estimatore dei primi Broken Sword e Monkey Island, ergo vorrei avventure tutte in 2D, ma oggettivamente i personaggi, sebbene ben fatti,  non sono all'altezza degli scenari, e un po stonano, sono gusti.Il sonoro è buono, il gioco è doppiato in Inglese, Francese e Tedesco(i paesi che non sentono la crisi) noi italiani invece ci dobbiamo accontentare dei sottotitoli, buoni effetti ambientali e belle anche le musiche, molto in linea col tema piratesco soft.
Tirando le somme Captain Morgane è un gioco che di certo consiglio a tutti gli amanti delle avventure grafiche in stile Monkey Island e Broken Sword, impiega un po a ingranare e diventare davvero godibile, ma quando lo fa il risultato è  buono, purtroppo manca di momenti epici e di vette di magnificenza che fanno fare il salto di qualità ad un buon gioco, ma resta comunque una buona avventura, divertente e godibile in un mercato dove non c'è proprio l'imbarazzo della scelta.

VOTO: 7.9

07/03/12

Mass Effect 3

Nel lontano 2007 Bioware pubblico, inizialmente solo su Xbox 360, il primo capitolo della sua nuova trilogia, trattasi di Mass Effect, Action RPG dall'ambientazione spaziale fantascientifica, che univa gameplay da Third Person Shooter ad elementi RPG, quali crescita del personaggio, l'upgrade delle armi, esplorazione degli ambienti e sopratutto un sistema di dialoghi innovativo che permetteva al giocatore di scegliere come proseguire i dialoghi e di cambiare alcuni eventi della storia in base alle scelte fatte, nel 2010 uscì il seguito, che consolidò il successo della serie, comunque non senza far storcere qualche naso, per la virata un po troppo action rispetto al primo e per una minore componente esplorativa, a favore invece di un discutibile "minigioco" di ricerca dei minerali sui vari pianeti. Inframezzata da un mediocre spin-off su iPhone e una manciata di romanzi più o meno riusciti, la trilogia si appresta a chiudersi con Mass Effect 3, che, a detta degli sviluppatori, ritorna ad un maggiore bilanciamento tra fasi Shooter e RPG, andando a chiudere una delle migliori IP originali nate in questa, ormai vecchia, generazione di console.
Come nei capitoli precedenti potremo scegliere tra le fattezzedello Shepard "originale"
 o crearne uno personalizzato sia esso uomo o donna, sta volta però ci sarà anche
 una Shepard originale, con tanto di cover del gioco dedicata e trailer promozionali
Uno dei maggiori punti di forza della serie risiede nell'universo di gioco plasmato da Bioware, una galassia credibile e dettagliata, composta da tanti pianeti ognuno con la sua conformazione geologica, la sua storia, la sua razza aliena e i loro usi, non mancano organizzazioni interstellari come il Consiglio della Cittadella, alleanze, faide lunghe secoli e chi più ne ha più ne metta.
Mass Effect 3 inizia esattamente da dove si conclude l'ultimo DLC, L'Avvento, di Mass Effect 2, Shepard si trova sulla Terra, privato del grado di comandante e sotto processo, per gli avvenimenti narrati nel DLC, ma questa situazione non durerà molto, i nemici alieni di sempre, i Razziatori attaccano improvvisamente la Terra, tutti vengono presi alla sprovvista e la situazione diventa ben presto critica, Shepard, viene reintegrato come comandate e si vede costretto a fuggire in cerca di aiuti sulla cara vecchia nave Normandy,  intraprendendo cosi un viaggio nella galassia per richiedere l'aiuto del Consiglio e dei suoi vecchi compagni, come se i problemi per Shepard non fossero già abbastanza, si ci metterà di mezzo anche l'Uomo Misterioso e la sua Cerberus, organizzazione segreta per la supremazia umana già protagonista negli eventi di Mass Effect 2. Dovremo dunque lottare e concedere favori qua e la nella galassia, allo scopo di farci degli alleati pronti ad aiutarci a salvare la terra, mentre nel frattempo si studia un arma in grado di sconfiggere definitivamente i Razziatori che stanno lentamente distruggendo l'intera galassia. L'incipit di Mass effect non delude le aspettative, la storia è piena di momenti epici, a tratti emozionanti e di grande atmosfera cinematografica, piena di missioni secondarie che si legano però perfettamente a quella principale, vedremo il ritorno di tanti vecchi compagni d'avventura, in quella che senza dubbio è la vicenda più matura e meglio narrata sin ora dalla serie.
Il gameplay rimane prevalentemente da action shooter, ma limato e migliorato
rispetto a Mass Effect 2, con livelli più vari e meglio disegnati.

Parlando di Gameplay il gioco come al solito parte lento, con le prime 4 orette molto lineari che ci introducono con calma la situazione, dopo di ché ci ritroviamo finalmente liberi, potremo esplorare la Cittadella, dove troveremo tante missioni secondarie, e da qui potremo come al solito salire sulla Normandy, esplorabile come di consueto, e scegliere liberamente dove andare e quale missione intraprendere per prima tra le tante disponibili, una volta giunti sul pianeta scelto partirà la nostra missione.
All'inizio si parlava della volontà di Bioware di bilanciare meglio le due componenti Action ed RPG rispetto al secondo episodio, alla fine della fiera direi che non hanno poi cambiato granché, Mass Effect 3 a grandi linee è molto simile al predecessore, con ampi livelli in cui si avanza per obbiettivi, nel classico stile "corridoio-sparatoria-corridoio", dove e le fasi da shooter in terza persona sono sempre dominanti, anche se migliorate rispetto al predecessore, il level design delle ambientazioni è perfetto, si sviluppa ora anche in verticale, con tante coperture dove ripararci per poi far fuoco, garantendo sempre varietà e diversificazione di situazioni, la parte ruolistica resta  invece legata alla raccolta di potenziamenti e codex informativi, e sopratutto alla crescita dei personaggi, che coi punti esperienza raccolti potranno essere potenziati in varie abilità e poteri in base alla loro specializzazione, non manca anche un ottimo sistema di potenziamento di armi e armature, anche personalizzabili e con un nuovo sistema di gestione del peso dell'equipaggiamento.
Come nei predecessori potremo portare con noi in missione altri due personaggi, scelti tra quelli che ci seguono sulla Normandy, sempre controllati dall'intelligenza, ma che potremo comunque "guidare" indicandogli dove posizionarsi e chi e come attaccare, scegliendo l'attacco speciale da fargli eseguire, cosi le battaglie risultano spesso molto strategiche, dovremo scegliere bene le coperture, piazzare i nostri compagni in una posizione di vantaggio e sfruttare i poteri e i colpi speciali per far fuori i bersagli più ostici e corazzati o le pericolose torrette meccaniche, non mancheranno anche alcune battaglie meno "tattiche" e più alla Gears of  War, dove dovremo affrontare orde di nemici che ci si riverseranno contro dando vita a furiosi scontri ravvicinati all'ultimo laser, ciò accade sopratutto nelle missioni secondarie ambientate nelle basi spaziali prese d'assalto dall'organizzazione Cerberus.
L'aggiunta della lama olografica per gli attacchi ravvicinati rappresenta una
graditissima aggiunta.
Anche dal punto di vista grafico Mass Effect 3 è eccezionale, i miglioramenti rispetto ai predecessori sono netti, l'Unreal Engine 3 è stato usato magistralmente, texure ottime e modelli dettagliatissimi, con i volti che sono lo stato dell'arte, senza dubbio i migliori di questa generazione, per non parlare della solita grande realizzazione artistica delle varie razze aliene e della stessa Cittadella, sono stati aggiunti anche effetti particellari e di liquidi di grande impatto, che poco si vedevano nelle precedenti versioni dell'Unreal Engine, il colpo d'occhio generale è ottimo e in linea con le recenti grandi produzioni. Anche il sonoro non è da meno, offre effetti realistici e di ottima fattura, buone anche le musiche, ma sopratutto un grande doppiaggio italiano che si fregia di uno Shepard divinamente doppiato da Claudio Moneta, che di certo spicca in un doppiaggio italiano comunque generalmente molto riuscito, peccato solo per alcuni dialoghi fuori sincrono con il labiale degli attori virtuali, ma si ci passa sopra tranquillamente, come si passa sopra a qualche incertezza tecnica ogni tanto e ad una intelligenza artificiale degli alleati non paragonabile a quella dei nemici, ma comunque accettabile.
Mass Effect 3 rappresenta un grande More of the Same del precedente episodio, Bioware è riuscita a prendere tutto il meglio dai primi due capitoli della trilogia, riversandoli in questo pirotecnico atto finale, che terrà incollati allo schermo i fan della serie per oltre 40 ore di gioco, chi invece non avesse mai giocato un Mass Effect corra a recuperare i primi due e poi si lanci in questa ultima grande avventura, che sebbene sia ancora solo l'inizio dell'anno, si candida già come Game of the Year 2012.

VOTO 9.6

25/02/12

Syndicate

Il primo Syndicate uscì nel lontano 1993, partorito dalla geniale mente di Peter Molineux, si trattava di uno strategico in tempo reale che ridefinì il genere e si impose come capolavoro assoluto, oggi il brand viene ripreso di talentuosi Starbreeze Studios, che sfruttano l'immenso mondo creato da Molineux per mettere su un gioco dal genere più consono per nostri tempi, un FPS, che a primo acchito subito ricorda il recente Deus Ex, ma che in realtà si scopre presto non averne ha nulla a che fare.
Contrariamente a quanto si pensasse il gioco è un puro FPS
Corre l'anno 2069, ormai le grandi multinazionali controllano il mondo, hanno sostituito le autorità politiche e militari, diffondendo dei chip che impiantati nel cervello che facilitano la vita alle persone con svariate applicazioni e le connettono alla rete, tenendoli cosi sempre sotto controllo, esistono vari tipi di chip commercializzati da varie corporazioni, ci sono i chip creati per i civili, che ormai sono impiantati in quasi tutta la popolazione mondiale, e poi ci sono quelli creati per le forze militari di cui le varie corporazioni si servono per difendere i propri brevetti e interessi, infatti in questo mondo del futuro le varie multinazionali sono in costanti conflitto, conflitto basato sullo spionaggio industriale, dove ogni corporazione manda sul campo i suoi cosiddetti Agenti a risolvere i problemi, noi impersoneremo Kilo, Agente della potente EuroCorp, si tratterà di un Agente qualunque? ovviamente no, è il protagonista del gioco dopo tutto, Kilo infatti è equipaggiato col chip Dart 6.0, ovvero l'ultimissima versione del Dart, si tratta ancora di un prototipo che proprio il nostro protagonista sta testando, questo nuovo chip è molto potente, e conferisce a Kilo abilità inedite, il che rende il gameplay del gioco molto vario e divertente.
Esempio dell'abilità persuasione, fatti fuori tutti non resta che togliersi la vita

Parlando di gameplay, precisiamo subito che tipo di gioco abbiamo di fronte, Syndicate è un FPS vero e proprio, con ambienti piuttosto lineari dove dovremo far fuori i nemici che ci si pareranno contro sfruttando tutte le armi a nostra disposizione, saranno tante e varie, e le abilità tecnologiche del nostro Dart6, niente similitudini con Deus Ex, se non per una minima componente ruolistica che consiste nel poter potenziare il nostro Agente mediante dei chip che nel corso del gioco estrarremo dal cervello di alcuni malcapitati, in tutto saranno 17 potenziamenti volti perlopiù a rendere più resistente ai danni il protagonista o ad aumentare la potenza di attacchi di cui già disponiamo, e per alcune fasi più platform/stealth dove dovremo andare avanti infiltrandoci sfruttando la nostra abilità di Hackerare le componenti elettroniche dei livelli, sbloccando ad esempio porte o ascensori.
E qui viene il bello del gioco, il gameplay Syndicate è dannatamente appagante e divertente, il sistema di combattimento è uno dei migliori visti nei recenti FPS, ci troveremo a combattere in aree lineari con situazioni spesso scriptate, non mancano coperture dove potremo ripararci con un buon sistema di copertura automatico, ma ciò nonostante spesso gli scontri saranno ravvicinati e frenetici, qui avremo a nostra disposizione più di 15 diverse tipologie di armi, ognuna diversa dall'altra e che spaziano da quelle più classiche sino alle più futuristiche, con le quali dovremo affrontare varie tipologie di nemici, da quelli "normali" sino a quelli corazzati che potremo ferire solo dopo averne disattivato la corazza col Dart6, ma a proposito di Dart6 il meglio arriva adesso.
Grazie al chip Dart6 niente sfuggirà al nostro occhio
Come già detto il nostro agente avrà a disposizione questo chip prototipo Dart6, ciò nei combattimenti si traduce in varie abilità originali che rendono ogni scontro originale, divertente e anche tattico, premendo un tasto potremo attivare la modalità Dart6, che rallenterà il tempo e ci permetterà di vedere i nemici precedentemente individuati anche da dietro le coperture, ovviamente dovremo dosarne bene l'utilizzo in quanto la durata di tale modalità è limitata e dovremo aspettare che la barra di adrenalina si ricarichi per riutilizzarla, le altre bellissime abilità sono il suicidio, la persuasione e il contraccolpo, partendo dal presupposto che tutti i nostri nemici e le loro armi sono provviste di chip, grazie al Dart6 noi potremo hackerare quest'ultimi a nostro vantaggio, con l'abilità contraccolpo potremo mettere fuori uso l'arma del nemico facendola esplodere e rendendolo inerme per un paio di secondi, l'abilità suicidio invece permette di attivare l'autodistruzione del chip di un nemico, cosi facendo il suo chip esploderà coinvolgendo nell'esplosione anche eventuali suoi compagni nelle vicinanze, infine la persuasione, con essa potremo costringere un nemico a schierarsi dalla nostra parte, esso combatterà quindi con noi e una volta eliminati tutti i nemici si toglierà  la vita sparandosi in faccia, ovviamente anche in questo caso le abilità potranno essere usate solo quando l'apposita barra di adrenalina sarà carica, quindi dovremo essere bravi a scegliere quella giusta da usare in ogni situazione, ad esempio se troviamo un gruppo di nemici vicini tra loro grazie al suicidio potremo farne esplodere uno coinvolgendo nell'esplosione anche gli altri e cosi via.
Insomma tutte queste abilità, unite alla grande varietà di armi e all'ottimo level design delle ambientazioni garantiscono davvero tanto divertimento, non mi ha convinto appieno invece l'intelligenza artificiale dei nemici, in particolare quelli non corazzati, che sono troppo propensi a venirci in contro uscendo dalle coperture e tal volta sembrano non sapere bene cosa fare, ma in definitiva un sistema di gioco eccelso.
Il gioco è tecnicamente ineccepibile, non si fa mancare neppure gli
smembramenti, questa volta abbastanza contestualizzati all'arma utilizzata
al contrario di un Dead Space dove con un pestone si amputano gli arti

Altre note molto positive arrivano dal comparto tecnico del gioco, sarà che l'ho giocato su PC, ma davvero da evidenziare un'ottima pulizia grafica e grande dettaglio, sia delle ambientazioni che dei modelli poligonali dei personaggi, protagoniste anche le fonti luce, gestite in modo sublime che abbaiano spesso il giocatore e si sposano a meraviglia con l'ambientazione futuristica, a proposito di ambientazione da sottolineare l'ottimo lavoro fatto artisticamente, con paesaggi e locazioni il pieno stile Cyberpunk dove primeggiano colori caldi e accesi, buoni anche i volti dei protagonisti, un po più sottotono quelli delle comparse, ma comunque accettabili, il comparto audio fa il suo, con un ottimo sonoro del fuoco delle armi, buone musiche e un più che sufficiente doppiaggio in italiano.
Per quanto mi riguarda Syndicate è un gioco che tutti gli amanti degli FPS dovrebbero giocare, non so perché ma in alcuni punti mi ha persino ricordato sua maestà Half Life 2, un gioco con un gameplay originale,  appagante e divertente che tiene incollati allo schermo per tutte le circa 8 ore di durata della campagna, e anche oltre grazie all'ottima modalità online Co-Op, peccato solo per una storia non proprio entusiasmante, dei personaggi poco carismatici e una generale mancanza di momenti memorabili, che avrebbero potuto fare di un gran gioco un capolavoro assoluto.

VOTO: 8.6

16/02/12

Alan Wake

Se Stephen King avesse mai creato un videogioco di certo questo sarebbe stato Alan Wake, titolo che si ispira non poco ai suoi romanzi e che lo cita spesso nel corso del gioco, il team Remedy, definisce la sua nuova IP un "Psychological Action Thriller", definizione molto azzeccata a mio modo di vedere.
Ma facciamo qualche passo indietro, Alan Wake venne presentato nel lontano 2005 su PC, pubblicizzato come uno dei primi giochi a sfruttare i processori quad core, ma ben presto Microsoft ne acquistò la licenza e pretese che il gioco diventasse un'esclusiva della loro nuovissima console, dopo un lungo periodo di gestazione nel 2010 il gioco finalmente uscì come esclusiva Xbox 360, ottenendo a mio avviso meno successo rispetto a quanto meritasse. Oggi, a due anni di distanza, il figliol prodigo "torna" su PC, e io non ho perso l'occasione di rigiocarmelo nella sua versione più completa.
Il mio nome è Alan Wake e sono uno scrittore
Il gioco ci mette nei panni, manco a dirlo, di Alan Wake, un famoso scrittore di romanzi horror che, dopo aver piazzato alcuni best seller, viene affetto dalla celebre sindrome del "blocco dello scrittore", il buon Alan non riesce più a scrivere una riga da ormai due anni, sua moglie Alice è molto preoccupata e lo convince, non senza difficoltà, a prendersi una vacanza nella cittadina montana di Bright Falls, solo lui e lei, lontani dalla città e dalla pressione del lavoro, per rilassarsi e ritrovare la vena creativa perduta. 
I coniugi alloggiano in un cottage sul Cauldron Lake ed è qui che la loro vacanza si trasforma presto in un incubo, quando Alice scompare nel nulla e Alan, che fa di tutto per trovarla, vede un suo romanzo incompiuto avverarsi davanti ai suoi occhi, venendosi a trovare in una situazione surreale, ben presto il suo agente, nonché migliore amico, Barry lo raggiungerà per venire in suo aiuto, il resto sono misteri, colpi di scena e tante passeggiate notturne nei boschi, armati di torcia e revolver.
Il gioco è suddiviso in 6 episodi, sulla scia delle recenti serie TV Americane, cercando di tenere alto l'interesse del giocatore terminando ogni episodio col consueto colpo di scena e iniziando il successivo con un riassunto del precedente, il tutto riesce molto bene grazie alla natura mistery/thriller della trama, che ben si sposa con questo tipo di narrazione. 
Come si può intuire la trama e la narrazione sono i due punti di forza maggiori di Alan Wake, certo non è proprio originalissima, l'ambientazione, i personaggi, l'atmosfera generale che si respira ricorda non poco i romanzi del già citato King, le similitudini con libri quali Mucchio d'ossa o Duma Key sono evidenti, ma va detto che il tutto non disturba affatto, la storia è scritta e sceneggiata benissimo, e più che di un plagio si tratta di un omaggio al RE dell'horror, grazie alla sua storia il gioco riesce ad non annoiare mai, mantenendo alto l'interesse e per tutta la sua durata durata, nonostante alcune fasi di gameplay ripetitive e forse troppo diluite, ma di questo ne parlo dopo. Insomma Alan Wake rappresenta davvero il punto di intersezione tra videogioco e libro, senza dubbio una delle storie migliori e meglio raccontate che si possano trovare in un videogioco.
L'arma più potente del gioco, la torcia


Il fulcro del gioco si basa su un dualismo vecchio come il mondo, luce contro oscurità, l'essere con cui dovremo combattere infatti si nutre del buio e può prendere possesso di qualunque cosa, da oggetti sino a persone, manipolandole a suo piacimento, l'unico modo per fermarla è la luce, non a caso Alan girerà sempre armato di torcia elettrica, con le batterie di quest'ultima che andranno razionalizzate bene per non ritrovarsi al buio in balia dell'oscurità, nell'altra mano impugneremo invece l'arma da fuoco.
Il sistema di combattimento è simile a quello di tutti gli sparatutto in terza persona, con la differenza che per affrontare i nemici, che hanno le sembianze di umani armati di coltelli e accette, dovremo prima puntare su di loro il fascio di luce della torcia, sin quando l'oscurità che li avvolge e protegge non sarà sparita, e solo allora potremo far fuoco e finirli, più avanti nel gioco troveremo armi più potenti, come vari tipi di fucili, torce più performanti, bengala, granate accecanti e pistole a razzi di segnalazione, che ci aiuteranno a  risolvere le situazioni complicate.
Il gioco dal punto di vista del gameplay puro si presenta dunque come un action in terza persona, saranno infatti molte, forse troppe, le fasi in notturna dove dovremo vagare per i boschi uccidendo i nemici che ci si parano davanti, e talvolta, se sono troppi e siamo a secco, scappando sino alla zona di luce più vicina, c'è infatti anche una buona componente survival horror, dovuto al fatto che i nemici riescono comunque ad incutere ansia, sbucando all'improvviso da tutte le direzioni attaccando in gruppo,  costringendoci talvolta a darcela a gambe dato che le munizioni e le batterie per la torcia sono limitate.
Come accennavo prima però queste fasi hanno il difetto di diventare un po ripetitive, passeremo davvero troppe ore a "passeggiare" nei boschi, realizzati benissimo, ampi e sempre con bivi dove trovare alcuni segreti, ma di certo queste fasi avrebbero potuto essere meno diluite e magari alternate ad altre location, poi sebbene il sistema di combattimento sia abbastanza appagante, dopotutto parliamo dei creatori di Max Payne, la meccanica di fondo rimane sempre quella, e alla lunga stanca un po dover utilizzare mille volte sempre la stessa tecnica per sbarazzarci di nemici tutti molto simili per routine di movimenti e attacchi. 
Le fasi action sono inframezzate da sporadiche fasi diurne, dove non avremo l'oscurità da combattere e più che altro ci sposteremo da un posto all'altro e sentiremo molti dialoghi che portano avanti la trama, queste fasi però sono davvero poche e molto lineari , avrei preferito fossero state approfondite maggiormente, dopotutto è risaputo che Remedy aveva in mente di creare un gioco "free roaming" dove di giorno si sarebbe girato liberamente per la cittadina indagando e scoprendo segreti, ma alla fine dopo una travagliata gestazione hanno ripiegato su un sistema di gioco più lineare, con ambientazioni chiuse ma comunque di ampio respiro, che chiaramente sono state inizialmente pensate per il free roam. Insomma dal punto di vista prettamente ludico Alan Wake non è nulla di eccezionale, riesce a farsi apprezzare con una buona combinazione di shooter e survival, ma risulta alla lunga un po ripetitivo in level design e meccaniche di gameplay.
In Alan Wake prima di premere il grilletto dovremo rimuovere
l'oscurità con la nostra fedele torcia elettrica
Graficamente già la versione Xbox 360 sapeva il fatto suo, questa versione PC, sebbene sfrutti solo le Directx 9 e sia un porting molto fedele all'originale, riesce a fare comunque meglio, con ovviamente risoluzione maggiore, antialiasing sino a 8x e filtro anisotropico a 16x il che si traduce in texure più pulite e dettagliate, da citare anche l'aggiunta del 3D stereoscopico, che non cambia l'esperienza di gioco, ma rappresenta comunque un orpello grafico in più a favore di questa versione, se pero si considera lo splendore grafico dei recenti giochi PC, vedi The Witcher 2 o Battlefield 3, l'amaro in bocca rimane, da una software house "PC" come Remedy ci si sarebbe aspettato qualcosa di più, anche solo per farsi perdonare  lo "sgarro" dei due anni di ritardo, il comparto audio mi ha deluso abbastanza, mi spiego, le musiche sono bellissime e molto attinenti al contesto, e il doppiaggio in italiano è discreto, ma la qualità dell'audio è abbastanza scadente, nulla di scandaloso ma mi è parsa peggio dell'originale, probabilmente a causa di una compressione eccessiva. 
Ultima aggiunta della versione PC sono i due DLC usciti separatamente su Xbox 360, The Signal e The Writer, che sono inclusi nel gioco, entrambi episodi da me molto apprezzati e che riescono a non essere ripetitivi nel gameplay e nelle ambientazioni, e mantengono alto il livello della narrazione, peccato che non portino davvero avanti la bellissima trama del gioco che rimane ancora "inconclusa", in attesa del nuovo DLC in arrivo a Marzo, il quale però pare essere ancora una volta inconcludente, rimandando ad un ipotetico Alan Wake 2.
In definitiva una versione PC da prendere assolutamente per tutti coloro che non lo hanno giocato su Xbox 360, a chi invece lo ha già giocato, assieme anche ai due DLC, consiglio di evitare l'acquisto, in quanto le novità sono solo estetiche e non sono purtroppo nemmeno cosi evidenti come avrebbero potuto essere.


VOTO: 8.8

11/02/12

The Darkness 2

A quattro anni di distanza arriva il seguito di The Darkness, gioco che divise la critica e vendette piuttosto poco, ciò nonostante quel gioco mi piacque molto, sia per l'atmosfera noir e la trama articolata e ben narrata che per il gameplay vario e divertente, diverso dai canonici FPS moderni. Ho quindi preso subito questo seguito sperando di ritrovarci quanto di buono c'era nel suo predecessore e magari qualcosa in più.
Eccolo Jackie Estacado avvolto nelle tenebre

Il primo The Darkness narrava la vicenda di Jackie Estacado, un sicario di una famiglia mafiosa che nel suo ventunesimo compleanno ereditò, a sua insaputa, il potere della tenebra, ciò lo portò ad acquisire dei poteri sovrumani e l'immortalità, ma allo stesso tempo lo dannò e costrinse ad assistere alla morte della persona che più amava al mondo, la sua fidanzata Jenny. A due anni di distanza Jackie è riuscito a controllare la tenebra segregandola dentro di se, è diventato il boss della famiglia mafiosa più importante della città, ha potere, è ricco e tutti lo temono, ma rimane triste poiché non riesce a lasciarsi alle spalle la morte di Jenny, neppure l'amore di sua zia e l'amicizia e il supporto dei suoi sicari riesce a colmare il vuoto, ma i problemi non finiscono qui, qualcuno decide di sfidarlo, vuole rubargli la tenebra, e questo qualcuno ha anche i mezzi per farlo, noi dovremo impedirglielo e la tenebra tornerà ad aiutarci.
Solito spettacolare sistema di combattimento, armi a due mani e  poteri della tenebra

Il gioco riprende le meccaniche del primo episodio, un fps oltre a sparare con pistole e fucili vari, avremo a nostra disposizione anche i due "serpenti" della tenebra, quello destro che si usa a mo di frusta per colpire i nemici e talvolta tagliarli in due e quello sinistro che invece ci permetterà di afferrare oggetti e nemici nello scenario per poi scagliarli via contro gli altri oppure finire con delle fatality sempre spettacolari e molto Gore/Splatter, saranno ancora presenti i vari Darkling, spietati mostriciattoli che ci aiuteranno in varie fasi, e altri poteri che delle tenebre che sbloccheremo nel corso del gioco e che potremo acquistare/potenziare tramite alcune postazioni sparse lungo il tragitto.
Ovviamente i poteri della tenebra potranno essere usati solo nell'oscurità, ergo dovremo muoverci nell'ombra e distruggere tutte le fonti di luce che intralciano il nostro cammino, siano esse lampade dello scenario, oppure fari che i nemici ci punteranno contro per indebolirci, in definitiva il gameplay risulta ancora più divertente e frenetico del primo episodio, con aree piene di nemici da fare letteralmente a pezzi con tutto il ben di dio a nostra disposizione, stando attenti a eliminare ogni fonte di luce presente, il tutto con un ritmo incalzante ritmo rimane alto per tutta la durata di gioco.

Se con il gameplay si è fatto un passo avanti, uno indietro lo si è fatto invece dal punto di vista narrativo e della longevità del gioco, infatti sebbene la trama sia comunque piacevole e scritta con cognizione di causa, ne esce comunque molto ridimensionata rispetto a quella piena di colpi di scena e articolata del primo The Darkness, sopratutto il modo in cui viene narrata la storia e il conflitto interno tra Jackie e la tenebra ne perde tanto rispetto al predecessore, anche la longevità è peggiorata molto, il gioco si finisce davvero in 6 ore ed è molto lineare, vero è che si sono eliminate alcune fasi del primo, come le missioni secondarie e le fasi in metropolitana, che talvolta erano troppo diluite, ma a mio avviso sarebbe stato più giusto migliorare queste fasi piuttosto che eliminarle del tutto.
La tenebra ha trovato la sua preda e si nutrirà del suo cuore
Passando al lato tecnico il gioco si presenta benissimo, io l'ho giocato su PC con tutti i dettagli al massimo, e l'impatto grafico generale è ottimo, non si ha il dettaglio poligonale di altre recenti produzioni, ma dove il gioco eccelle è dal punto di vista artistico, le location sono ricreate benissimo molto interattive e piene di dettagli, fantastici i colori, sempre molto accessi con il rosso del sangue che spicca su tutto, esaltando ancor più la natura Gore del titolo,  azzeccatissima la scelta di ricorrere ad un leggero effetto Cell Shading che rende il tutto un po fumettoso, omaggiando cosi le origini del gioco. Buono anche il comparto audio, la colonna sonora è abbastanza dimenticabile, ma gli effetti sonori sono buoni e sopratutto il doppiaggio in italiano è di ottima fattura, cosa da evidenziare dato che viene spesso bistrattato, con attori che riescono a rendere davvero bene la natura dei dialoghi.
In definitiva The Darkness 2 è un gioco consigliatissimo a tutti coloro che apprezzarono il primo, che in questo seguito troveranno un gioco migliorato sotto gli aspetti ludici, ma peggiorato in narrazione e longevità, di certo non un capolavoro, ma un bel gioco che sa regalare ore di puro divertimento e intrattenere con una tutto sommato buona storia.

VOTO: 8.5

05/02/12

Resident Evil: Revelation

Tra i titoli 3DS che sin da subito hanno attirato maggiormente l'attenzione figura di certo Resident Evil Revelation, vuoi per il Brand di richiamo, vuoi per la sua sontuosa veste grafica o ancora per la promessa di Capcom di riportare la serie, almeno con questo Spin-Off, sui binari dei primi 2 indimenticabili episodi, tornando al genere Survival Horror. Dopo aver passato circa una ventina di ore sul gioco, finendo la campagna principale e provando la modalità multiplayer Raid, è ora di tirare le somme e vedere se il gioco ha rispettato le aspettative.
Bundle, andato a ruba, del gioco + circle pad pro,
 io ho comprato questa versione, e l'accessorio,
sebbene inguardabile, risulta inaspettatamente
 ergonomico e svolge alla grande il suo lavoro
 migliorando non poco l'esperienza di gioco.
Resident Evil Revelation ha luogo nel lasso di tempo che intercorre tra il quarto e il quinto capitolo della serie principale, i due protagonisti del gioco Jill Valentine e Chris Redfield fanno ora parte della B.S.A.A, un gruppo antiterroristico che si occupa di minacce batteriologiche, proprio nel bel mezzo di un'indagine il quartier generale perde i contatti con i due agenti incaricati alla missione, Chris e la sua nuova collega Jessica Sherawat, l'ultimo posto dove sono stati localizzati si trova nel bel mezzo del mediterraneo, su una, un tempo lussuosa, nave da crociera chiamata Zenobia, Jill e il suo collega Parker Luciani vengono incaricati di recarsi sulla nave e scoprire cosa è successo ai loro compagni, giunti a destinazione i due capiranno di avere a che fare con la VELTRO, un'organizzazione di bioterroristi che minaccia di diffondere il pericoloso Virus T-Abyss attraverso le risorse idriche della terra.
Cosi ha inizio una storia che, a dispetto di molti capitoli della serie, non è affatto lineare, piena di colpi di scena, in cui impersoneremo più di un personaggio e in diversi archi temporali, il tutto narrato, come accadeva già in Alone In The Dark e Alan Wake, a mo di serie TV, con il colpo di scena alla fine di ogni capitolo e il riassunto della "puntata" precedente prima dell'inizio del nuovo capitolo, la trama in generale non nulla di originale o incredibile, ma è comunque ben scritta e tiene alta la suspance per tutta la durata del gioco.
 Queen-Zenobia
 inquietante nave da crociera dove avrà luogo la maggior parte della vicenda
Come scritto pocanzi l'intenzione di Capcom era di creare un episodio in linea con i primi tre capitoli della serie, e devo dire  che l'operazione è brillantemente riuscita, ovviamente nel 2012 non si potevano riproporre le stesse identiche e ormai obsolete meccaniche di tredici anni fa, per cui Capcom è riuscita a fare un sapiente miscuglio, prendendo tutto ciò che di buono c'era nei primi 3 capitoli, molti elementi, specie per i controlli, dal quarto e dal quinto capitolo, e aggiungendo in fine delle novità e delle trovate ispirandosi molto al gioco che in questa generazione si è imposto come il vero Horror, ovvero Dead Space, il risultato finale è ottimo, il gioco nella sua maggior parte si svolge sulla nave Zenobia, che negli interni ricorda non poco la villa del primo Resident Evil, qui il gameplay è da vero survival horror, ci muoveremo per lo più in ambienti stretti e bui, con mostri che sbucheranno all'improvviso da ogni dove provocandoci più qualche balzo di paura, cosa alla quale ormai Resident Evil ci aveva disabituati, le munizioni sono limitate, dovremo razionalizzarle bene per non trovarci a secco contro i mostri più potenti, a tal scopo ci verrà incontro un accessorio in dotazione alla B.S.A.A., ovvero il Genesis, uno scanner che rileva virus batteriologici e ne crea un antidoto, allo stesso tempo permette di trovare oggetti e munizioni nascoste invisibili ad occhio nudo, potremo equipaggiarlo in qualsiasi momento per scansionare le varie zone in cui ci muoviamo e una volta raggiunto il 100% di scansione di una determinata area, il Genesis ci ricompenserà con un'erba medica, una buona trovata che rende il gameplay più vario e permette di scoprire alcuni segreti che ci aiuteranno non poco nel progredire in un gioco dalla difficoltà, rispetto alle attuali produzioni, abbastanza alta. 
La gestione delle armi è molto simile ai vecchi episodi potremo portarne con noi solo tre tipologie, mentre le altre che troviamo possiamo conservarle in un baule che ritroveremo in varie zone della Nave e che potremo utilizzare sia per scambiare le armi che per potenziare le stesse, utilizzando le valigette di potenziamento che troveremo nel corso del gioco.
Introdotta finalmente anche la possibilità di muoversi mentre si spara, risolvendo cosi una pecca che la serie si portava dietro da troppo tempo, tale azione è resa molto più semplice e comoda da eseguire con il circle pad pro, che personalmente considero quasi indispensabile per godere al massimo del gioco.
Insomma un graditissimo ritorno all'horror vero e proprio che ha dato inizio della serie, anche se non mancheranno alcuni capitoli di gioco più action, ambientati in zone di più ampio respiro e luminose, dove avremo a disposizione una potenza di fuoco maggiore e il gameplay ritornerà più simile agli ultimi due Resident Evil.
Corridoi stretti e bui dove da un momento all'altro può sbucar fuori un mostro
 pronto a cibarsi di voi,dopo la virata action presa dalla saga principale
 almeno questo spinn-off ci regala un survival horror coi fiocchi 
Dal punto di vista grafico c'è poco da dire, il gioco è a mani basse quanto di meglio ci sia su 3DS, l'impatto generale ha poco da invidiare ai giochi per console casalinghe, i personaggi, in particolare Jill, sono modellati splendidamente, con tanti poligoni e ottime texure a coprirli, ottimi anche i volti di quest'ultimi anche se non particolarmente espressivi, anche gli scenari sono ottimi, soffrono un po di ripetitività di texure e in quanto a dettaglio non sono al livello dei personaggi, ma si fanno complessivamente apprezzare, complice anche l'ottima gestione di luci e ombre, oltre ad alcuni effetti volumetrici davvero da console next-gen, il tutto da un impatto clamoroso che su 3DS difficilmente si poteva immaginare, un po sottotono invece la realizzazione dei mostri, c'è ne sono di vari tipi, ma tutti hanno un design non troppo azzeccato e tutti coperti dalle stesse texure monocromatiche. 
Passando all'implementazione del 3D anche qui si è fatto un ottimo lavoro, oltre a regolare la levetta analogica del 3DS è possibile scegliere tra tre tipi di 3D dal menù di gioco, possiamo scegliere tra normale, forte  e molto forte, da amante del 3D e della super profondità ho provato il 3D molto forte, ma sebbene fosse davvero profondo ho riscontrato nelle zone più scure, e nel gioco sono tante, problemi di ghosting, inoltre basta davvero inclinare di un nulla la console per perdere l'effetto 3D, cosi ho ripiegato sul forte, che rappresenta a mio modo di vedere il giusto compromesso e garantisce un'ottima immersività nel gioco.
Le cut-scene del gioco sono realizzate in computer grafica,
 la compressione video è abbastanza buona
Va detto che qualche compromesso per raggiungere tali livelli di magnificenza è stato fatto, il frame rate del gioco è abbastanza stabile, ma soffre di sporadici cali, tal volta molto evidenti e un po fastidiosi nelle situazioni con tanti nemici su schermo, poi va detto che nei rari casi in cui ci troviamo in scenari più aperti, il motore grafico cede il fianco e questi risultano essere più spogli e privi di dettagli rispetto alle aree chiuse e ristrette dentro la nave, altro limite è che l'intelligenza artificiale dei nemici non è proprio il massimo, sopratutto quando sono in gruppo capita di vederne alcuni fermi senza che provino ad attaccarvi, oppure che vi vengano incontro senza però sferrare il colpo, anche i nostri comprimari non sono proprio dei geni, saremo quasi sempre accompagnati da un altro personaggio, peccato che quest'ultimo risulta essere letteralmente inutile, a volte non spara ai nemici e quando lo fa o li manca clamorosamente oppure anche se li  colpisce non arreca loro alcun danno, come se gli sparasse a salve, inoltre i nemici li ignorano totalmente rivolgendo l'attenzione esclusivamente a noi, e in effetti essere ignorati e ciò che i nostri partner si meritano per quanto sono deficienti e inutili.
Una menzione particolare va fatta al comparto audio, perfetto in ogni situazione, con musiche azzeccatissime e tantissimi ottimi effetti di rumori e voci inquietanti che riverberano da lontano e che tengono in costante ansia il giocatore, consiglio "vivamente" di giocare usando delle buone cuffie per apprezzare l'ottimo lavoro fatto e immergersi veramente nel gioco, buono anche il doppiaggio in italiano, novità assoluta per la serie, con alcuni personaggi riusciti, come Jill e altri un po meno, ad esempio non mi ha convinto del tutto il doppiaggio di Parker, ma in linea di massima è stato fatto anche qui un buon lavoro.
Le immagini sono queste, giudicate voi
Missione compiuta per Capcom, che è riuscita a confezionare sulla portatile Nintendo uno dei migliori capitoli della serie, con un graditissimo ritorno all'horror e con una quantità di materiale e una cura generale davvero all'altezza delle migliori produzioni su console casalinghe, un'avventura irrinunciabile per tutti i fan della serie e gli amanti degli horror in generale, che terrà incollati al piccolo schermo del 3DS per le circa 12 ore di durata della storia principale e anche oltre con la riuscita modalità multiplayer Raid.
VOTO: 8.8

01/02/12

Pullblox

Come già detto il 3DS nell'ultima stagione natalizia si è lasciato alle spalle il timore di affondare nelle sabbie mobili sulle quali camminava, ciò principalmente grazie alla doppietta messa a segno con Mario 3D Land e Mario Kart 7, ma ha contribuito alla causa anche l'avvento di contenuti di qualità su Eshop, negozio digitale del 3DS, tra i giochi digitali da me scaricati che ho apprezzato di più, figura senza possibilità di smentita il puzzle game degli Intelligent System, Pullblox.
Ecco l'eroe del gioco con i bambini appena salvati
Pulblox, come il nome suggerisce, si basa sul tirare dei blocchi, noi impersoniamo un ragazzino di questo fantasioso mondo super deformed, dove dei bambini sono rimasti intrappolati nelparco in cima a delle strutture composte da blocchi, dunque dovremo affrontare decine e decine di stage nei quali dovremo tirar fuori i blocchi da queste sculture in modo tale da crearci una "scaletta" che ci permetta di arrivare in cima alla struttura dov'è intrappolato il povero bambino, la struttura di gioco è tanto semplice da giocare quanto difficile da spiegare a parole, le strutture sono composte da blocchi di diverso colore, quelli dello stesso colore sono uniti tra loro, ergo se tiriamo un blocco rosso allora usciranno fuori tutti i blocchi rossi della struttura e cosi via, per crearci il nostro passaggio verso la cima dovremo dunque tirare fuori i blocchi nel giusto ordine sapendo che potranno essere tirati fuori solo per un massimo di 3 livelli di profondità, se ad esempio tiriamo fuori i blocchi inferiori di 3 livelli, una volta salitici sopra potremo tirare fuori i blocchi superiori di soli due livelli e cosi via.
Il gameplay è davvero divertente, e sebbene i primi stage siano piuttosto facili, fungendo per lo più da tutorial, quelli più avanzati hanno conformazioni molto articolate e riuscire a raggiungere la cima diventa sempre più difficile e dovremo provare varie combinazioni prima di trovare quella giusta.
Siamo a buon punto della scalata!

A livello grafico il gioco è, in pieno stile Nintendo, molto "fanciullesco" e colorato, ma la cosa più riuscita è l'effetto 3D, bellissimo da vedere e profondo come non mai, uno dei migliori su 3DS e sopratutto funzionale ai fini del gioco, ne converrete che dovendo tirare fuori dei blocchi per vari livelli di profondità, il 3D stereoscopico fa saltare subito all'occhio la distanza tra i blocchi, dando la percezione concreta di quanto un blocco è più fuori rispetto ad un altro,  il che ne comporta un guadagno a livello di gameplay e risulta quasi essenziale negli stage più avanzati e complessi.
L'editor del gioco per creare i propri livelli

L'unica pecca del gioco sta nella ripetitività, sebbene infatti il gioco sia divertente e ci siano davvero tonnellate di stage, alla fine il gamplay di fondo è sempre lo stesso, e alla lunga risulta ripetitivo, certo prima di farvi venire a noia passeranno ore e ore, e la possibilità di creare i propri stage o giocare quelli fatti da altre persone ne aumenta ancor più la longevità, peccato solo che siano condivisibili solo tramite QR code, un sistema di condivisione online sarebbe stato di certo meglio, ma considerando che il gioco costa 6 euro ed è un titolo digitale gli si perdonano senza problemi queste piccole pecche, di certo se c'è un gioco su Eshop che merita di essere installato sul vostro 3DS questo è Pullblox.

VOTO: 8.6

31/01/12

To The Moon

Tra tante cose il 2011 è anche stato l'anno della ribalta dei cosiddetti Indie, giochi sviluppati da piccoli team indipendenti con budget limitati, spesso però questi giochi riescono a proporre delle meccaniche di gameplay e delle trovate davvero originali che invece non si vedono nelle grandi produzioni ad alto budget, in quanto le grandi software house, che investono cifre enormi per lo sviluppo dei loro giochi, non sono disposte a rischiare di sbagliare il colpo proponendo soluzioni innovative che magari poi non vengono apprezzate, ergo preferiscono andare sul sicuro sfornando seguiti su seguiti e  meccaniche di gioco già collaudate e di "successo".Tra i tanti bellissimi giochi indipendenti usciti lo scorso anno oggi voglio parlare di uno che mi ha colpito particolarmente, To The Moon.
Quando mi cercherai sappi che io sarò li ad aspettarti...sulla luna
To The Moon viene presentato dai suoi sviluppatori come un'avventura grafica con elementi da RPG,  in realtà non è propriamente cosi, ma procediamo con ordine, il gioco ci mette nei panni di Neil Watts ed Eva Rosalene, due scienziati della Sigmund Corp, una società futuristica che si occupa di dare alle persone in punta di morte una seconda possibilità di compiere ciò che in vita non sono riusciti a fare, a tale scopo viene utilizzata una particolare macchina che permette di entrare nella mente del paziente e da li viaggiare a ritroso nei suoi ricordi e cambiare alcuni elementi della sua vita, cercando cosi di esaudire il suo desiderio incompiuto memorizzandolo nei suoi ricordi, chi ha visto il film Inception noterà di certo qualche analogia, il nostro cliente si chiama Johnny, un anziano vedovo che ormai giace nel suo letto privo di sensi con poche ore di vita rimastegli, arrivati a destinazione i nostri due scienziati chiedono alla badante qual'è il desiderio che il vecchio Johnny voleva realizzare, la risposta era prevedibile, andare sulla luna. A questo punto grazie al macchinario su citato, riusciamo ad accedere ai ricordi di Johnny e procederemo a ritroso, da quello più recente nella sua vecchiaia sino ad arrivare alla sua infanzia, con lo scopo di capire qual'è motivo di questo suo strano desiderio e riuscire a cambiare i suoi ricordi in modo tale da farlo diventare un astronauta e andare sulla luna.
La grafica 16 bit del gioco rende ancora maggiore la sensazione di nostalgia
e ripiega alla mancanza di poligoni con uno stile artistico fenomenale

Il gioco si presenta con una veste grafica 16 bit con visuale dall'alto molto retrò, che ricorda i primissimi Final Fantasy, ma l'elemento RPG a cui accennavo pocanzi si esaurisce qui, il gioco è un'avventura grafica, un po atipica però, poiché non ci sono enigmi, non c'è da capire dove andare o cosa fare, non ci sono tanti oggetti da raccogliere nell'inventario, il gioco è tutto incentrato sulla storia, il gameplay si limita a muoverci negli scenari dei ricordi di Johnny e scoprire tutta la sua vita attraverso ricerca di pochi indizi e siparietti fatti da tanti dialoghi, solo testuali, scritti benissimo e che ci racconteranno superbamente la storia di quest'uomo con tanti colpi di scena e situazioni emotivamente forti e commoventi, la mancanza di un gameplay più corposo potrebbe essere vista da fuori come un difetto, ma giocando il gioco non se ne sente affatto la mancanza e si apprezza quest'opera per quello che è e che vuole raccontare, ovvero una storia matura e non banale come purtroppo non se ne vedono nei giochi tripla A.
Raccontare una storia, è proprio questo ciò che fa principalmente
 To The Moon e lo fa come pochi  videogiochi  riescono a fare

Dal punto di vista tecnico, come già detto, il gioco sfoggia una grafica 16 bit molto datata che magari, sebbene si tratti di un Indie, potrebbe far storcere il naso a qualcuno, va detto però che vista la natura del gioco e la storia nostalgica narrata, questo stile calza a pennello, sopratutto impreziosito com'è da un sapiente design artistico e da inquadrature prospettiche sempre azzeccate. 
Una menzione particolare va fatta per la colonna sonora del gioco, per lo più composta melodie di pianoforte che si ripetono, e che accompagna magistralmente tutti i momenti e le situazioni di gioco, in particolare il tema principale entra in testa e difficilmente ne esce, sopratutto risulta difficile pensare ad una melodia più azzeccata per questo particolare tipo di gioco.
To The Moon è un esperienza da provare, a patto di avere una discreta conoscenza della lingua inglese, poiché, almeno al momento, non è disponibile in altre lingue, un piccolo compromesso da accettare per godere di un gioco che mi sento di definire una piccola opera d'Arte.

VOTO: 8.7

Il gioco può essere acquistato dal sito ufficiale QUI

30/01/12

TES V: Skyrim

The Elder Scrolls V: Skyrim è stato osannato dalla critica internazionale e premiato quasi all'unanimità come Game Of TheYear 2011, oltre ad aver scatenato nel web una vera e propria mania, che va da quella della freccia al ginocchio sino all'urlo "Fus ro dah!" del protagonista, nel mio piccolo, dopo quasi 100 ore passate per le fredde lande della regione di Skyrim, voglio dire qualcosa su questo fenomeno videoludico.

Il gioco come soprascritto è ambientato nella regione di Skyrim, la provincia più a nord del continente di Tamriel(dove è ambientata tutta la saga), la vicenda ha luogo circa 200 anni dopo quelle narrate in TES IV: Oblivion, il tutto sullo sfondo della battaglia tra l'Impero e i Manto della Tempesta, ma non è solo questo conflitto a gravare su Skyrm, c'è di peggio, si tratta del ritorno dei draghi, creature mitologiche che si credevano estinte, pronte a mettere in ginocchio Tarmiel condotte da Alduin "il divoratore di mondi", stando alla leggenda solo un uomo può sconfiggere i draghi e riportare la normalità, il Dovahkiin! o in lingua comprensibile Sangue di drago, colui che riesce a padroneggiare l'Urlo, il linguaggio dei draghi, usato da quest'ultimi anche per combattere, e chi sarà mai costui? ma noi ovviamente.
Skyrim ancor più dei suoi predecessori è immenso, definizione che calza a pennello sia con le dimensioni della mappa esplorabile che con la quantità di roba che c'è da fare e scoprire nel gioco, la struttura è la solita, RPG fantasy con visuale in prima persona, con possibilità(altamente sconsigliata) di passare alla terza persona, all'inizio del gioco dovremo scegliere la razza del nostro guerriero tra le solite della serie, ma questa volta non sarà come in Oblivion, dove in base alla razza scelta si potevano sviluppare solo determinate caratteristiche peculiari, qui quale che sia la razza si può nel corso del gioco sviluppare qualunque abilità vogliamo senza limitazioni, potendo creare un guerriero perfetto in tutto, a patto di giocare come se non ci fosse un domani.
Il Dovahkiin non teme nulla e nessuno

Il sistema di combattimento rimane quasi invariato da Oblivion, abbiamo due mani a disposizione e possiamo utilizzarle in varie combinazioni possibili, ad esempio due spade leggere, una per mano oppure un solo spadone a due mani, o ancora una spada leggera in una mano e un incantesimo pronto per l'uso nell'altra, combinazioni a non finire, peccato che per la maggior parte del gioco si è propensi ad utilizzare sempre la stessa combinazione, perché cambiare armi non è affatto comodissimo in quanto per farlo occorre entrare nel menù, spezzando cosi l'azione, rispetto ad Oblivion sono state aggiunte delle "finishers", riprese da Fallout 3, che rendono i combattimenti più vari e spettacolari da vedere.
Il mondo di Skyrim è davvero immenso e realizzato in maniera eccelsa, la conformazione del territorio e credibile e realistica, in Oblivion la mappa di gioco era piuttosto piatta, qui invece, complice anche l'ambientazione montuosa, la mappa si sviluppa molto anche in verticale, ci sono crepacci, colline, paludi e le immense catene montuose innevate, il tutto  popolato da creature e animali che hanno una loro vita e una propria routine di comportamenti credibili, tutto ciò trasmette una sensazione di mondo "vero" e vivo come mai avevo visto in un gioco prima d'ora, tale varietà e credibilità la si riscontra anche negli ambienti chiusi,  in Oblivion per esempio tutti i dungeon erano per lo più uguali, spesso dei corridoi molto lineari, qui invece ogni dungeon è completamente diverso dall'altro, ognuno è pieno di particolari e realizzato benissimo, offrendo maggiori bivi e sviluppo d'esplorazione anche in verticale, anche le quest del gioco sono nettamente migliori rispetto al passato, oltre alla quest principale anche tutte le sub-quest delle varie confraternite e buonissima parte di quelle che ci vengono date a caso dagli abitanti, sono interessanti, ben articolate e sopratutto molto variegate, non annoiando cosi quasi mai, proponendo sempre cose diverse e interessanti da fare, anche dopo ore e ore di gioco.
La ricostruzione del mondo di gioco non ha precedenti per quantità e qualità
Dal punto di vista tecnico lo stacco con il predecessore è netto, dopotutto Oblivion usci all'inizio di questa generazione di console, Skyrim invece arriva ora che la generazione è quasi al tramonto e le software house sanno come spremere per bene l'hardware, ovviamente non ha un impatto grafico paragonabile agli ultimi giochi tripla A usciti in questi mesi, quali Uncharted 3 o Gears of War 3, ma considerando la grandezza del mondo di gioco e la mole di elementi che deve reggere, il comparto tecnico è promosso a pieni voti, e si perdonano anche alcune texures in bassa risoluzione e qualche glitch qua e là.
Skyrim rappresenta di sicuro il nuovo termine di paragone per tutti gli RPG occidentali, un gioco immenso per quantità e qualità che merita il clamore generatoglisi attorno e, sebbene non manchino "concorrenti" di assoluto spessore, a mani basse rappresenta il gioco più bello che il 2011 ci ha lasciato.

VOTO: 9.5

22/11/'63

Oggi parlo dell'ultima fatica di Stephen King, vale a dire 22/11/'63, come il titolo suggerisce il libro tratta, per la prima volta per l'autore, di un avvenimento storico reale, un fatto che sconvolse l'America, l'assassinio del 35° presidente degli Stati Uniti, John Kennedy, il libro di King segue il filone dei romanzi "What if", cosa sarebbe successo se Kennedy si fosse salvato? l'America si sarebbe evitata le lotte raziali, la guerra fredda e quella del Vietnam? su questi interrogativi si basa il romanzo storico di King, che per la prima volta si discosta dal suo genere di appartenenza Horror/Thriller, e lo fa con la maestria e l'ispirazione che gli mancavano da tempo.
Cover americana del romanzo
Il libro narra le vicende di Jake Epping, un tranquillo professore di inglese separato dalla moglie, Jake è un assiduo frequentatore di un locale che invece viene bistrattato dai suoi colleghi, la tavola calda di Al, sarà proprio da li che inizierà l'avventura del giovane insegnante, il proprietario del locale, Al Templeton, ha scoperto, nel retrobottega del locale, un passaggio spaziotemporale che porta direttamente alle 11:58 del 9 settembre 1958, Al la chiama "la buca del coniglio", ogni volta che si entra si torna nel passato, si può stare li tutto il tempo che si vuole, quando si torna nel presente saranno passati soltanto 2 minuti, se si cambia qualcosa nel passato quando si esce dalla "buca" allora lo si ritroverà cambiato anche nel presente, ma se si rientra nuovamente nella "buca" si ci ritroverà nuovamente nello stesso identico punto e nella stessa identica ora del primo viaggio, e tutti i cambiamenti fatti nel viaggio precedente verranno riazzerati.
Al non ha dubbi su come usare la "buca", oltre ai suoi affari, vuole accertarsi che Lee Oswald sia il vero è unico assassino che sparò a Kennedy nella mattina del '63 a Dallas, e a quel punto ucciderlo per salvare la vita al presidente e garantire un futuro migliore al popolo americano, il problema è che "il passato si armonizza" e non vuole essere cambiato, nella sua permanenza Al incontra molti ostacoli, sin quando non si ammala di cancro ed è costretto a rinunciare alla propria missione e tornare nel presente, cosa fare allora? ovvio, chiedere al proprio miglior cliente e unico amico di compiere la missione al posto tuo, sarà cosi che Jake Epping si convincerà a fare l'ultimo favore ad un amico moribondo e tornerà nel passato dove troverà amici, nemici, amore e in fine tenterà di cambiare il passato.
Lee Harvey Oswald, è stato davvero lui a uccidere Kennedy?
 o rappresentava solo un capro espiatorio?
neppure King può svelare davvero questo mistero
Sebbene King abbia scelto un genere differente rispetto al suo solito repertorio, il suo stile rimane immutato, tutto è descritto nei minimi particolari, ogni dettaglio viene riportato maniacalmente, King riesce davvero a trasmettere in maniera perfetta la vita di fine anni '50 e inizio anni '60, gli odori, gli usi, costumi e la mentalità della gente, tutto è descritto con precisione e si ci sente davvero immersi in quel particolare periodo storico, le parole di King scorrono fluide, il libro è scritto benissimo, con la giusta atmosfera e i giusti tempi, un ritorno ai fasti del RE, lasciandosi alle spalle la mediocrità di The Dome, come in tutte le sue opere anche qui King è stato molto prolifico, il libro conta 768 pagine, forse quest'ultimo il un suo unico piccolo difetto, il libro poteva essere più corto, a volte sembra troppo diluito e capita ad esempio di leggere 10 pagine, scritte benissimo per carità, ma che alla fine non hanno praticamente detto nulla e non portano avanti il romanzo, per il resto un grande ritorno di King con un romanzo imperdibile per i suoi discepoli e non.

VOTO: 9

Ghost Trick: Phantom Detective

Quando sentii che Shu Takumi, creatore di Ace Attorney una delle mie serie preferite su DS,  era a lavoro su un nuovo gioco, subito l'hype salì alle stelle, il gioco in questione è Ghost Trick e non ha deluso le mie aspettative, anzi...
L'ispirata cover USA del gioco
Ghost Trick racconta la storia di un fantasma di nome Sissel, morto in circostanze al quanto misteriose, il problema, oltre al fatto che è morto stecchito, è che una volta passato a miglior vita Sissel ha perso completamente la memoria, non sa più chi è, cosa ci facesse nel luogo in cui è stato freddato e sopratutto chi e perché lo voleva morto, il protagonista decide dunque di sfruttare la sua forma astratta per indagare e trovare le risposte a questi interrogativi, ma viene a sapere che per scoprire la verità ha solo quella notte, poiché all'alba svanirà per sempre dalla terra.
Con queste premesse inizia un'avventura che non mancherà di personaggi strambi e carismatici(alla Ace Attorney), siparietti ironici, colpi di scena a non finire e tante tantissime righe di testo da leggere che però non stancano e non annoiano mai, sino ad arrivare al fantastico finale a sorpresa.
Dal punto di vista del gioco vero è proprio noi dovremo muovere il fantasma di Sissel attraverso vari scenari 2D facendolo spostare attraverso gli oggetti presenti nello scenario, con alcune limitazioni, infatti possiamo spostarci solo fra oggetti vicini tra loro lo spostamento non può coprire distanze tropo ampie, per muoverci da uno scenario ad un altro invece useremo spesso i telefoni, infatti, chi lo avrebbe mai detto, i fantasmi riescono ad intercettare le chiamate e teletrasportarsi dall'altra parte della cornetta attraverso la linea telefonica.
Per rendere l'idea di con chi avremo a che fare

Oltre alla perdita di memoria e all'impossibilità di muoversi come nei bei tempi andati, morire comporta anche qualche vantaggio, Sissel infatti una volta divenuto fantasma acquisisce un' abilità particolare, in pratica quando trova un cadavere, cosa che avverrà spesso nel gioco, può entrare in contatto con la sua anima, anch'essa purtroppo smemorata, per scoprire chi è costui e ottenere informazioni dovremo salvargli la vita, qui entra in gioco l'abilità di Sissel di riavvolgere il tempo e tornare a pochi minuti prima della morte del malcapitato, fatto ciò dovremo cercare di capire di cosa è morto il poveretto per poi tentare ,coi mezzi a nostra disposizione, di salvargli la vita, spostandoci come sempre di oggetto in oggetto cercando di capire cosa dobbiamo e possiamo modificare per evitare il fattaccio, salvatagli la vita ritorneremo nel presente e la persona che abbiamo aiutato sarà viva e gli ritornerà anche la memoria, inoltre avrà stabilito con noi una sorta di contatto psichico ergo potremo parlagli e chiedergli lumi quando la incontreremo.
Ci resta poco tempo per capire come salvare la bella rossa

Dal punto di vista tecnico Ghost Trick è uno dei più bei giochi che il vecchio DS è riuscito ha sfornare nella sua onorata carriera, la grafica completamente in 2D è un qualcosa di straordinario, pulita colorata e sopratutto con delle animazioni come nei giochi 2D non le si vedevano dai tempi di Another World o Broken Sword, insomma questo gioco è una piccola perla, acquisto obbligatorio per gli amanti delle avventure grafiche e dei puzzle/mistery, se poi avete anche giocato e apprezzato la saga di Ace Attorney allora ancor più un gioco da avere.

VOTO: 9