30/01/12

TES V: Skyrim

The Elder Scrolls V: Skyrim è stato osannato dalla critica internazionale e premiato quasi all'unanimità come Game Of TheYear 2011, oltre ad aver scatenato nel web una vera e propria mania, che va da quella della freccia al ginocchio sino all'urlo "Fus ro dah!" del protagonista, nel mio piccolo, dopo quasi 100 ore passate per le fredde lande della regione di Skyrim, voglio dire qualcosa su questo fenomeno videoludico.

Il gioco come soprascritto è ambientato nella regione di Skyrim, la provincia più a nord del continente di Tamriel(dove è ambientata tutta la saga), la vicenda ha luogo circa 200 anni dopo quelle narrate in TES IV: Oblivion, il tutto sullo sfondo della battaglia tra l'Impero e i Manto della Tempesta, ma non è solo questo conflitto a gravare su Skyrm, c'è di peggio, si tratta del ritorno dei draghi, creature mitologiche che si credevano estinte, pronte a mettere in ginocchio Tarmiel condotte da Alduin "il divoratore di mondi", stando alla leggenda solo un uomo può sconfiggere i draghi e riportare la normalità, il Dovahkiin! o in lingua comprensibile Sangue di drago, colui che riesce a padroneggiare l'Urlo, il linguaggio dei draghi, usato da quest'ultimi anche per combattere, e chi sarà mai costui? ma noi ovviamente.
Skyrim ancor più dei suoi predecessori è immenso, definizione che calza a pennello sia con le dimensioni della mappa esplorabile che con la quantità di roba che c'è da fare e scoprire nel gioco, la struttura è la solita, RPG fantasy con visuale in prima persona, con possibilità(altamente sconsigliata) di passare alla terza persona, all'inizio del gioco dovremo scegliere la razza del nostro guerriero tra le solite della serie, ma questa volta non sarà come in Oblivion, dove in base alla razza scelta si potevano sviluppare solo determinate caratteristiche peculiari, qui quale che sia la razza si può nel corso del gioco sviluppare qualunque abilità vogliamo senza limitazioni, potendo creare un guerriero perfetto in tutto, a patto di giocare come se non ci fosse un domani.
Il Dovahkiin non teme nulla e nessuno

Il sistema di combattimento rimane quasi invariato da Oblivion, abbiamo due mani a disposizione e possiamo utilizzarle in varie combinazioni possibili, ad esempio due spade leggere, una per mano oppure un solo spadone a due mani, o ancora una spada leggera in una mano e un incantesimo pronto per l'uso nell'altra, combinazioni a non finire, peccato che per la maggior parte del gioco si è propensi ad utilizzare sempre la stessa combinazione, perché cambiare armi non è affatto comodissimo in quanto per farlo occorre entrare nel menù, spezzando cosi l'azione, rispetto ad Oblivion sono state aggiunte delle "finishers", riprese da Fallout 3, che rendono i combattimenti più vari e spettacolari da vedere.
Il mondo di Skyrim è davvero immenso e realizzato in maniera eccelsa, la conformazione del territorio e credibile e realistica, in Oblivion la mappa di gioco era piuttosto piatta, qui invece, complice anche l'ambientazione montuosa, la mappa si sviluppa molto anche in verticale, ci sono crepacci, colline, paludi e le immense catene montuose innevate, il tutto  popolato da creature e animali che hanno una loro vita e una propria routine di comportamenti credibili, tutto ciò trasmette una sensazione di mondo "vero" e vivo come mai avevo visto in un gioco prima d'ora, tale varietà e credibilità la si riscontra anche negli ambienti chiusi,  in Oblivion per esempio tutti i dungeon erano per lo più uguali, spesso dei corridoi molto lineari, qui invece ogni dungeon è completamente diverso dall'altro, ognuno è pieno di particolari e realizzato benissimo, offrendo maggiori bivi e sviluppo d'esplorazione anche in verticale, anche le quest del gioco sono nettamente migliori rispetto al passato, oltre alla quest principale anche tutte le sub-quest delle varie confraternite e buonissima parte di quelle che ci vengono date a caso dagli abitanti, sono interessanti, ben articolate e sopratutto molto variegate, non annoiando cosi quasi mai, proponendo sempre cose diverse e interessanti da fare, anche dopo ore e ore di gioco.
La ricostruzione del mondo di gioco non ha precedenti per quantità e qualità
Dal punto di vista tecnico lo stacco con il predecessore è netto, dopotutto Oblivion usci all'inizio di questa generazione di console, Skyrim invece arriva ora che la generazione è quasi al tramonto e le software house sanno come spremere per bene l'hardware, ovviamente non ha un impatto grafico paragonabile agli ultimi giochi tripla A usciti in questi mesi, quali Uncharted 3 o Gears of War 3, ma considerando la grandezza del mondo di gioco e la mole di elementi che deve reggere, il comparto tecnico è promosso a pieni voti, e si perdonano anche alcune texures in bassa risoluzione e qualche glitch qua e là.
Skyrim rappresenta di sicuro il nuovo termine di paragone per tutti gli RPG occidentali, un gioco immenso per quantità e qualità che merita il clamore generatoglisi attorno e, sebbene non manchino "concorrenti" di assoluto spessore, a mani basse rappresenta il gioco più bello che il 2011 ci ha lasciato.

VOTO: 9.5

1 commento:

  1. Complimenti per la splendida recensione e sono d'accordo con te che sia il gioco più bello del 2011.

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